Etichettato: musica

Esecuzione alla partitura

Il Conte di Kevenhüller evoca ovunque l’esecuzione, comunque la si intenda: musicale o capitale. Che dire la parola sia ucciderla, questo i cultori del nostro lo sanno. Ma sanno anche bene che dare voce a personaggi (la prosopopea caproniana) reclama un fiato per quelle voci.

Ultimo spartito

Nell’ultimo Caproni l’occhio del lettore si trova al cospetto di uno spartito rigoroso dal sapore fortemente contemporaneo, in cui ogni rima, ogni assonanza, ogni allitterazione, ogni interpunzione, tono, parentesi, campo vuoto, ha un ordine e un valore espressivo e sonoro ben preciso. Una simile partitura reclama esecutori.

Caproni e la musica

L’intera Opera in versi di Giorgio Caproni, dagli esordi nel 1936, all’epilogo nel 1986, è in modi diversi affine alla musica. Si fonda sempre, pur con esiti stilisti diversi, su solide basi metriche, marcata impronta ritmica, centralità della rima: cardini che seppure diversamente modulati con esiti assai differenti, ariosi o andanti o duri, restano basilari nei diversi periodi della sua produzione.

Asperità e durezza del suolo (del suono)

Nelle tre raccolte del suo ultimo decennio di vita, la musicalità della poesia si fa quanto mai complessa, più asciutta, quasi spietata per sobrietà ed esattezza. L’ultima di queste tre raccolte, l’ultima che Caproni organizzò strutturalmente, Il Conte di Kevenhüller, è pensata e costruita come una partitura, o meglio: come la teatralizzazione dell’esecuzione di un concerto a teatro, a cominciare dalle sezioni che la compongono (Il Libretto, La Musica, addirittura le Ciarlette nel Ridotto del teatro).

Esecuzione

Questo progetto si propone di dargli voce, esecuzione. Un colpo che speriamo lo renda – come la Bestia – ancor più più vivo.

“Lais”: lasciti di Giovanni Giudici

La sua fida dupont

Una lettura di Lais (“…nel senso villoniano di lasciti” precisa l’autore); è la chiusura di Salutz (Einaudi,1986). Un piccolo omaggio a Giovanni Giudici, scomparso in questi giorni.

Da una nota dell’autore: “La dupont di Lais è una delle mie stilografiche”.

GoogleNews  – La Spezia, 24-05-2011. Giovanni Giudici è morto nella notte tra il 23 e il 24 maggio a La Spezia, nell’ospedale dove era da tempo ricoverato. Avrebbe compiuto 87 anni il 24 giugno.