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Genova, 17 giugno 2012.

Le mie note di apertura alla lettura di stasera, al festival internazionale di poesia di Genova.

Genova, buonasera. Giorgio Caproni nacque cento anni fa, in un’altra città, che forse non esiste; ed ebbe poi la curiosa sorte di morire, ventidue anni fa. Gli accadde in un’altra città, che esisterà forse. In quella parantesi, tra le tante cose, amò Genova così forte che ne disse, ne scrisse da qualche parte, a qualche tavolo, in qualche modo. Così stanotte noi, che forse siamo, in questa città, che forse esiste, ricordiamo il nome di uno scomparso che scrisse. Ma è lui a ricordare noi: sarà Giorgio Caproni, ormai, a ricordare Genova per sempre, a chiunque avrà occasione di ascoltare o di leggere. Giorgio Caproni che sicuramente esiste, perché ha lasciato mille di queste contorte tracce. Eccole. Proviamo qui adesso a dirne alcune composte per ultime. Grazie.

Due note fuori tempo

Fuori tempo ma non fuori luogo: un paio di annotazioni relative alla sezione MUSICA, al suo inizio, riportato qui: Strumenti dell’orchestra.

La prima nota è per sottolineare come l’attacco del primo componimento della sezione Musica abbia nell’incipit celato un accordo: “LA QUARTA di un violoncello…” (per i non musicisti: si tratta di un accordo di LA in cui risuona RE – quarto grado della scala di LA). Il sapore caratteristico di questo accordo è quello di un senso di sospensione, in attesa di qualcosa che segue… Sospensione sarà il titolo dell’ultima poesia che chiude la raccolta. La sospensione è anche una delle figure retoriche (ellissi) più ricorrenti in Caproni: quella dei punti di sospensione.

La seconda nota fuori tempo rimanda ad un altro straordinario componimento in tema musicale, costruito ad accordi: si tratta del primo dei due “svolazzi finali” de Il muro della terra (1975).

Cadenza

Tonica, terza quinta,
settima diminuita.
Rimane così irrisolto
l’accordo della mia vita?

42 – STRUMENTI DELL’ORCHESTRA

Comincia “LA MUSICA”

La sezione MUSICA si apre in quattro quarti, con un delicato preludio di quattro versi: un accordo di quattro voci, per quattro strumenti. Introduce a componimenti di tema più ampio rispetto alla caccia serrata che caratterizza la vicenda del LIBRETTO. L’operetta a brani – come la definisce l’alter-ego pseudo-arcadico Aleso Leucasio nell’introduzione al lettore – si è rivelata tutt’altro che soave… Ma a tratti si finge tale. Qui ad esempio, in questa delicata overture. Eppure essa racchiude tutto. Vogliamo ascoltarla con più attenzione?

Quattro versi come quattro voci di un accordo, quattro movimenti. Lenti e quasi statici i primi due, entrambi chiusi dal punto. Si parte dalla quarta della tonica (chi conosce la musica si accorge ben presto che Caproni non le sparava certo a caso!). Prima i bassi: violoncello e tuba.

“La quarta di un violoncello. / Quasi in eco una tuba.”

Poi ci si alza: …si alza la tonalità, si alza il timbro (ecco un flauto: …ancora quello magico di Mozart che incontrammo nel libretto?); …si alza lo sguardo: agli alberi, ai voli. Tutto in un solo verso, il terzo:

“Fra gli alberi un flauto uccello”

Speculando musicalmente ci si immagina un intervallo di terza maggiore. Ma torniamo al testo, che ci sorprende proprio sull’orlo dell’enjambement (…wiki?) dove si balza con un colpo di timpano (…oppure uno sparo?) da Mozart a Stravinskij (alla sinfonia “L’uccello di fuoco”). Dal Settecento al Novecento. Quel timpano fa fuoco: …esattamente come, all’inizio del libretto, “un colpo fredda il direttore”.

“Fra gli alberi un flauto uccello
di fuoco, che un timpano alza in fuga.”

Quel timpano dà il La alla fuga: in termini musicali (…wiki?) la fuga è una tecnica di composizione che parte da un’idea tematica e ne ricerca tutte le possibilità espressive. E con questo semplice dato si è esattamente illustrato il ruolo della sezione titolata LA MUSICA rispetto alla sezione titolata IL LIBRETTO ne “Il Conte di Kevenhüller” di Giorgio Caproni.

Le poesie saranno d’ora in avanti slegate dal tema della caccia ma ne riprenderanno alcune immagini e temi già incontrati o evocati nel libretto, approfondendone le variazioni. Come è dichiarato perfettamente (magistralmente) in questo movimento o miniatura musicale di quattro versi.