Etichettato: vipera
52 – PASQUA DI RESURREZIONE
Dalle crepe del nulla filtrano lamine di buio: speculari, qui verso la fine della musica, a quella lamina di luce ch’era all’inizio della raccolta. Dalle crepe del nulla alcune figure filtrano nell’apparenza. Appaiono e virano nel proprio opposto nello stesso istante. Impossibile coglierle. Sono minacce. Nel campo di una rosa (nello stesso luogo e istante) la vipera. Cos’è la rosa? La fine della rosa. Risorge il nulla da ogni apparenza. Il cuore sobbalza. Il calo della luce impedisce la vista. La mente (corpo, sangue e fumi: vino) riapproda nel porto dei propri limiti. L’interdizione: oltre non si va.
Nessuna epifania; nessun a estasi. Nessuna Pasqua, se non del nulla.
Il nulla sì, risorge: sempre.
39 – LA VIPERA | 40 – LA VITA
Serpi promesse
Eccole insieme: bifide. Le due punte della stessa lingua. Una lingua che suona simile e solo in un punto trova coincidenza perfetta. Un solo verso identico (gli altri tutti in assonanza): “Per quanto sia cauto il tuo passo”. Passo come quello della gamba e del piede nella prima; nella seconda il tuo passo è quello del passaggio di te, singolo individuo, attraverso l’esperienza insidiosa dell’essere al mondo. Una esperienza micidiale, dal finale scontato.
La vita uccide
Riuscire. Come l’uscire-di-nuovo della vipera da sotto il sasso. Come la riuscita di tutto quel che attendiamo dal passo della vita. Riuscirà, riusciremo. “Ti riuscirà”. Straordinaria scelta verbale nei versi di chiusura. La vita “…ti riuscirà mortale”. Vedrai: ce la farai; ce la farà. Se l’agguato della vipera può riuscirti mortale, l’insidia della vita non lascia dubbi. Brutto da sentire la domenica mattina di una quasi primavera?
Chiudi la pagina. Respira.
…
E’ bella. L’insidia della vita invita.
Bello il suo flagello.